Lo stereotipo (un pensiero)
Amo gli stereotipi. Senza di essi non sapremmo riconoscere le storie, ma mannaggia ladra, perché lo sbirro corrotto é sempre quello grasso con i baffi? Era ovvio sin dall'inizio e lo svolgimento della storia non sembrava impegnarsi piú di tanto per eludere il dubbio dallo spettatore.
"Lo sbirro corrotto é quell'altro!".
Naaaaa, é lui, é palese.
Perché non finire la puntata al minuto dieci? Facciamo prima, dai. Suvvia, evitiamo lo scontato finale, ma noooo, la storia deve essere un agonia di 40 minuti. Gli spettatori si prendono a frustate cercando di assecondare la storia con l'ausilio del dolore.
Io, essendo persona piuttosto mentale, opto per un rimedio alternativo e vado ad immaginare che l'attore che interpreta lo sbirro corrotto si giri verso il pubblico e gridi: "Ma porcapXXXXXXa! Sono io! Sono sempre stato io! Non l'ho mai nascosto! Chi ha scritto la trama? Dove sono gli sceneggiatori?! Datemi uno sceneggiatore!".
Poi cosa succede?
Niente. I 40 minuti passano e alla fine lo sbirro corrotto é quello grasso con i baffi.
Amo gli stereotipi, amo le serie tv, anche se insultano la mia intelligenza, e questo non mi turba più di tanto dato che come cittadino italiano ci sono decisamente abituato.
Nessun commento:
Posta un commento