martedì 31 maggio 2011
ArtMaySound 2011 - la mia zona
lunedì 30 maggio 2011
ArtMaySound 2011 - il racconto emotivo
Walther von der Vogelweide (quello che vedete qui in alto) ha vegliato su di noi. Con sguardo impassibile e con postura inflessibile. Ci ha guardato faticare come delle bestie, ci ha guardato mentre la piazza a lui dedicata s'è trasformata in una foresta pluviale nella stagione dei monsoni, ci ha guardato gioire come dei fanciulli che ricevono quel particolare regalo che non hanno mai osato desiderare.
ArtMaySound 2011 è concluso.
Cosa andrò mai a raccontare di questa 5 edizione di ArtMaySound? Sinceramente non lo so bene, credo un po di tutto e magari anche in maniera un po confusa dato che in me albergano una miriade di sentimenti, che per una volta tanto, non sono contraddittori ed autoannullanti.
Dai, inizio precisando una cosa:
ArtMaySound 2011 è andato bene.
Molto bene.
Partiamo col raccontare una storia che inizia, come di consueto, almeno 6 mesi prima. Non serve lanciare un flashback, ma basta sapere che tutti quei mesi son stati spesi nell'organizzare l'evento. Un po come in Star Wars facciamo scorrere il preambolo narrativo solo per catapultarci al giovedì scorso, un giorno prima dell'inizio del festival. Giovedì abbiamo montato e sistemato tutto e qualunque cosa che era visibile in piazza. Abbiamo sudato sette camicie, sette canottiere e qualche braga. Diciamo una grande fatica. Dovuta e calcolata, quindi tutto nella norma.
Il Venerdì:
alle 4 di notte un boato coglie alla sprovvista il gatto (la MimiMao) che si artiglia in un mio braccio ed io, urlando, mi sveglio di soprassalto. Un temporale furioso illuminava la notte oscura. Fuori pioveva come se dovesse piovere per l'ultima volta nell'esistenza della Terra. Mi metto le mani nei capelli e mi dispero per tutte le cose che abbiamo montato per il festival. Già m'immagino scene catastrofiche, uraganiche, cose devastanti. Rimango sveglio invocando un entità superiore qualsiasi. Alle 8 arrivo in piazza e alla fine non è successo nulla di che. Aveva smesso di piovere. Ha rincominciato due ore più tardi per non smettere più. Una giornata di festival rovinata.
"Non è colpa nostra, è destino.", pensavo.
Tante volte.
Tante.
La pioggia non smetteva e verso sera si prende la decisione di non far suonare i gruppi musicali e di spostarli il giorno seguente. La gente e gli ospiti sono migrati in luoghi più caldi ed asciutti, mentre noi del team eravamo intenti a soccorrere gli gazebo che volavano via per colpa di un improvviso vento che furiosamente ha intaccato qualunque cosa (tipo la mostra, le tovaglie i bidoni, i tavoli). Torno a casa con un immagine di devastazione tornadica della piazza in mente e svengo stanchissimo nel letto.
Il Sabato:
alle 8 il cielo era nuvolo, ma splendeva il sole. Il tipico tempo che non da fiducia a nessuno. Quello che non ti fa intraprendere la classica gitarella fuori porta, ma un giretto in centrocittà te lo fai. Per noi, per il festival, un giorno perfetto. Risistemiamo tutta la piazza, puliamo tutto, rimontiamo tutto il crollato ed accogliamo ospiti, commercianti e le prime timide persone venute a curiosare.
Avete presente cosa succede cosa succede nel sottobosco giusto dopo una copiosa pioggia? Succede che crescono i funghi. Ecco... i funghi erano le persone che pia piano (ma neanche tanto piano) hanno invaso la piazza centrale di Bolzano. Stava succedendo qualcosa di strano, veramente strano. Il festival annuale delle pratiche di nicchia (fumetto, gdr, cosplay, musica) giovanile era popolato da persone di tutte le età (pure turisti che acquistavano fumetti).
Erano tanti... molto di più di quanto io potessi mai immaginare.
Che cos'era successo? La città ha risposto. Il circondario ha risposto. Le 250-300 persone che tutte contemporaneamente occupavano la piazza l'hanno dimostrato. Mi veniva quasi da piangere. 10 anni fa non c'era nulla. Niente di niente. Niente fumetto per nessun interessato.
Qui scatta il blackout nella mia testa. Sono cose, sono risultati che devo ancora analizzare bene, devo elaborare (quasi come un lutto al contrario). Quando sarò pronto lo vorrò raccontare e lo farò quì, in questo posto virtuale, nel mio canale di comunicazione quotidiano.
Epilogo:
siamo arrivati ai ringraziamenti, che per adesso non voglio ancora fare. I ringraziamenti li farò in un post adeguato nei prossimi giorni. Questo racconto è puramente emotivo, intimo (quasi), pervaso da sana gioia ed ignorantissima felicità.
ArtMaySound 2011, lo ripeto, è andato bene.
Molto bene.
Sappiatelo!
Link:
La 1° foto dell'ArtMaySound 2011
Galleria fotografica della Homless Band
domenica 29 maggio 2011
La 1° foto dall'ArtMaySound 2011
sabato 28 maggio 2011
WOOOSH! ArtMaySound 2011
Qual'è l'onomatopea che scrivereste quando dovesse piovere per tutto il giorno e tu hai organizzato un evento all'aperto?
venerdì 27 maggio 2011
ArtMaySound 2011
giovedì 26 maggio 2011
mercoledì 25 maggio 2011
lunedì 23 maggio 2011
Intercultura & Fumetto al Ritz (Merano)
domenica 22 maggio 2011
Le Cronache del Vermone
venerdì 20 maggio 2011
Sono commosso!
Io ed il buon Tommaso stiamo tenendo dei corsi di fumetto & intercultura in svariate scuole superiori in Alto Adige. Una di queste, per l'appunto l'Istituto di Istruzione Secondaria di Secondo grado per le Scienze Umane e per i servizi "Claudia de Medici di Bolzano, ci ha fatto un bellissimo regalo mettendo online le tavole di fumetto realizzate e i pareri degli alunni (classe 1°B).
Leggendoli mi sono veramente commosso.
Per i più curiosi, potete leggerli cliccando QUI.
Di loro ne ho già parlato QUI.
giovedì 19 maggio 2011
martedì 17 maggio 2011
Ci sono buone nuove
lunedì 16 maggio 2011
Intercultura & Fumetto al Pascoli
Mi stavo quasi dimenticando del ciclo di lezioni fatte al Pascoli. Sempre con l'iniziativa che parte dall'associazione Africa & Mediterraneo e sempre in compagni a del buon Tommaso.
sabato 14 maggio 2011
I pelosi hanno le idee
giovedì 12 maggio 2011
Si nascondono nell'ombra
Fa sempre un po strano quando le porte spariscono o vengono oscurate (domani scoprirete tutta la verità su questa affermazione).
Il murales procede bene ed oggi verrà terminato. Mostro solo qualche dettaglio dato che non manca tanto alla sua completezza e domani volevo mostrarvi il tutto nel suo insieme, finito e pronto al gradimento visivo.
Ormai nel palazzo degli uffici mi conoscono, soprattutto i custodi all'entrata che mi salutano urlando: "Hei Murales!". Sorrido, ricambio il saluto e poi mi accorgo che la parola "Murales" suona così straniereggiante (infatti è spagnolo, mona!). "Ma in italiano come si dice?", mi sono chiesto bevendo il millesimo caffè della giornata.
Si dice Murale (senza la esse).
Murale.
...
Murale.
Boh, suona un po scarso...
Domani su questi canali: il Murale(s) finito!
Sappiatelo!