Il titolo del post è uno spoiler.
Non lascia nulla all'immaginazione.
Ora mi rimane solo da raccontare COME e PERCHE' è successo.
Iniziamo (anche se non volete):
nel week passato sono approdato a Roma per motivi diversi dal solito. I fumetti, una volta tanto, non c'entravano. Sono stato invitato assieme alla mia amica Chiara a tenere uno spettacolo all'interno della 2° edizione del Festival Internazionale di Storytelling "Raccontami una storia" presso il Parco Regionale dell'Appia Antica. Dovevamo presentare in anteprima il nostro primo lavoro assieme. Lei alla narrazione, io ai pennelli. Su quest'esperienza dedicherò un post apposito nei prossimi giorni, quindi passo oltre ed arrivo al punto. Ho vissuto 3 giorni all'interno del festival tra spettacoli, prove ed esibizione. Fattostà che sabato avevo mezza giornata libera e decido di andare a ROMICS. Guidato da Amal arrivo alla nuova fiera ed entro nel circo degli orrori. Cosplayer come se piovesse, ovunque, in ogni luogo, in ogni posto. Trattengo la mia naturale avversione per questa espressione farlocca di insanità mentale e mi reco alla conferenza con Chris Ware. Ecco svelato il mistero della mia presenza a Romics. Vedere l'autore che più preferisco nell'universo parlare al pubblico. Emozionato mi godo la conferenza. Tutto bello. Davvero. Poi, alla fine di essa, non ho il coraggio di entrare nello spazio visivo di Ware per poterlo omaggiare con un mio numero del DIARIO DEFORMATO (l'ultima versione DIY). Vado via comunque soddisfatto. Poi passo a fare cose nella fiera e a vedere gente di sporadica frequentazione. Ad una certa ora devo tornate al festival di storytelling e raggiungo un collega che mi ha promesso uno strappo in macchina (che a Roma è praticamente vitale per un bolzanino spaesato come me). Alessio mi dice che comunque voleva fare un salto alla conferenza di Ivan Brunetti prima di partire. Andiamo in loco e ci scopriamo essere praticamente gli unici spettatori. Ivan Brunetti mi sfuggeva come nome, ma vado a scoprire che fa parte di tutta la cricca di Ware e che è un illustratore/fumettista che fa cose meravigliose. Passa la conferenza ed io decido repentinamente di non essere più un emotivo cagasotto e mi fiondo da Mr. Ware e Mr. Brunetti. Deciso, munito di inglese al di sotto di ogni decenza, riesco a regalare una copia del mio fumetto a tutt'e due gli autori. Mr. Brunetti ricambia con due sue piccole produzioni. Saluto e mi defilo.
Era tutto finito. Ora potevo essere felice a vita (anche se ingenuamente). Ora uno dei miei più grandi punti di riferimento aveva qualcosa di mio e questo mi rende il bambino più felice del mondo. Già sognavo di rivivere questo momento nei racconti futuri... che mi sento chiamare (non per nome). Mr. Ware mi ferma e mi fa una domanda che suona più o meno così: "Have you a pencil for me?". Io vado in tilt e tiro fuori pennelli, pennarelli, indelebili... insomma tutte le penne che avevo in borsa. Poi, in un momento di microscopica lucidità, capisco che si tratta di una matita. Gliela dò cercando di fargli capire che da me poteva avere qualunque cosa, ma lui non vuole (probabilmente il mio inglese non è inglese) e mi stringe in mano un euro.
Poi ci si saluta. Il cuore stava per schizzarmi dal petto come se fosse un cucciolo di Alien.
TU-TUM!
Ecco come io ho venduto una matita a Chris Ware.
5 commenti:
ahahaahha. tutto vero.
posso dire che la storia raccontata da Chiara e immaginata dai tuoi pennelli è qualcosa da non perdere?
è una di quelle storie che ti rimangono addosso hai presente? che vorresti te la raccontassero di nuovo prima di andare a dormire.
venire ad ascoltarla è stato il momento più bello di queste settimane.
oddio, devo anche giocarmi la vignetta dove racconti un mio ritardo spaventoso con la sintesi migliore del mio carattere "scusa scusa c'era l'apocalisse e io non potevo perdermela".
grazie Armin :*
In qualità di testimone oculare, confermo la veridicità dei fatti qui raccontati. Aggiungo che, dopo il pagamento della matita, Armin Barducci ha regalato a Chris Ware il suo ultimo temperino.
Alessio
anch'io c'ero. volevo vendere a chris una mia storia. ah ah.
ma il mio inglese è una pianta rampicante che da troppi anni non riceve il sole.
mi sono limitato a richiedere una dedica. e una stretta di mano.
....Armin....
grande!
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