Macchina Suprema, un moderno mystery play a fumetti
A volte i libri hanno storie editoriali più avventurose e complicate di quelle che raccontano. La gestazione di Macchina Suprema ha tratti di assoluta bizzarria. Inizia oltre dieci anni fa da una ventina di tavole dell’artistaGianluca Costantini, a quel tempo talento emergente dallo stile fortemente decorativo. In quelle tavole, disegnate per istinto e senza una meta precisa, Costantini chiede a Giovanni Barbieri, l’amico sceneggiatore a quel tempo alle prese con gli eroi da edicola, di trovare un filo narrativo. Gianluca vuole cimentarsi in un romanzo grafico di largo respiro e chiede a Giovanni di idearlo a partire da quelle tavole. Nasce così il primo capitolo di Macchina Suprema.
Sottoposto a editori italiani e francesi, il progetto si guadagna l’appellativo di “suicidio editoriale”, diventando per questo, agli occhi dei suoi estimatori, un cult immediato. Qualche anno dopo, è la rivista Inguine a pubblicarlo a puntate. Ma Gianluca ha nel frattempo cambiato stile e Giovanni è stato rapito da uno studio multimediale. L’avventura di Macchina Suprema sembra finita.
Molti anni dopo, però, il fantasma del libro continua ad agitare i suoi padri. Nasce l’idea di concluderlo, chiamando alle matite Pasquale “Squaz” Todisco, fra gli autori del recente Le 5 fasi per Edizioni BD, e Armin Barducci, di cui GIUDA Edizioni ha da poco pubblicato ETAKAN API.
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