giovedì 9 febbraio 2012

MM: Hasta la muerte | Fino alla morte

[dal comunicato stampa]:

MM: il titolo della mostra curata da Alberto Zanchetta può essere inteso come un acronimo di memento mori così come della , che la presenta. Ispirandosi alla lettura critica elaborata dal curatore nel fortunato saggio Frenologia della vanitas.

Artisti esposti:
Paolo Bacilieri (Verona, Italia, 1965) ; Donald Baechler (Hartford, Stati Uniti, 1956) ; Armin Barducci (Bolzano, Italia, 1976) ; Cristiano Baricelli (Genova, Italia, 1977) ; Alessandro Bazan(Palermo, Italia, 1966) ; Andrea Bruno (Catania, Italia, 1972) ; Luca Caimmi (Fano, Italia, 1978) ; Cristiano Carotti (Terni, Italia, 1981) ; Andrea Chiesi (Modena, Italia, 1966) ; Daniel Clowes(Chicago, Stati Uniti, 1961) ; Frédéric Coché (Pont-à-Mousson, Francia, 1975) ; Alberto Corradi(Verona, Italia, 1971) ; Gianluca Costantini (Ravenna, Italia, 1971) ; Olivier Deprez (Binche, Belgio, 1966) ; Marco Fantini (Vicenza, Italia, 1965) ; Omar Galliani (Montecchio Emilia, Italia, 1954) ; Peter Kuper (Summit, Stati Uniti 1958) ; Laurina Paperina (Rovereto, Italia, 1980) ;Magnus (Bologna, Italia, 1939 – Castel del Rio, Italia, 1996) ; Miguel Ángel Martín (León, Spagna, 1960) ; Conrad Meyer (Zurigo, Svizzera, 1618-1689) ; Mike Giant (Upstate New York, Stati Uniti, 1971) ; Nero (Faenza, Italia, 1980) ; Giovanni Battista Piranesi (Mogliano Veneto, Italia, 1720 – Roma, Italia, 1778) ; Massimo Pulini (Cesena, Italia, 1958) ; Yuri Rodekin (Ufa, Baschiria, 1960) ; Max Rohr (Bolzano, Italia, 1960) ; Félicien Rops (Namur, Belgio, 1833 – Essonnes, Francia, 1898) ; Richard Sala (Oakland, Stati Uniti, 1955) ; Spider (Firenze, Italia) ; H. Simon Thomassin (Parigi, Francia, 1654-1733) ; Nicola Verlato (Verona, Italia, 1965) ; William Marc Zanghi (Wichita, Stati Uniti, 1972).

Gli artisti

quando
11 febbraio – 31 marzo 2012

vernissage
sabato 11 febbraio 2012, ore 18,00

orari
da martedì a sabato, dalle 15 alle 19
altri orari su appuntamento

dove
Galleria Miomao
Via Podiani, 19 – Perugia

www.miomao.net

[sempre dal comunicato stampa]
Il teschio nelle arti visive (Johan&Levi, 2011), l’esposizione mette a confronto diversi stili ed epoche, soggetti e tecniche che concernono i simboli della morte, presentandosi quindi come una grande “danza macabra” in cui artisti, disegnatori, incisori, illustratori, fumettisti si trovano a dialogare senza discrimini né gradualità nelle tecniche o nelle discipline.

La mostra:

Nell’intento di evidenziare uno sguardo (sempre nuovo, sempre diverso) sui simboli dell’arte macabra, la mostra riunisce le opere di trentaquattro autori, tra grandi maestri del passato e artisti dell’odierno panorama nazionale e internazionale, che si sono cimentati con l’iconologia della vanitas.

Motivo centrale dell’esposizione è il teschio, simbolo per eccellenza della morte: effige plurisecolare che rispecchia le comuni ossessioni della società, in ogni luogo e in ogni epoca. E icona onnipresente nella vita quotidiana, dalla moda ai gioielli, dall’arte al design, dalla musica ai fumetti, dal cinema alla televisione; rammentandoci la fine di tutte le cose, le teste di morto che siaffastellano in questa mostra sembrano suggerirci – in gran silenzio, e a denti stretti – significati escatologici che abbiamo dimenticato, o più semplicemente ignorato nel corso degli ultimi anni.

Che siano gioviali o grevi, gaudenti o truculenti, gli scheletri e i teschi che affollano queste opere sprezzano la vanità delle cose terrene, inducendoci così a una vertiginosa riflessione ontologica.

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