Ebbene si, è già gennaio, giusto in tempo per iniziare il nuovo anno in maniera tranquilla. Senza troppe ansie, anche se continuo a trascinarmi dietro cose irrisolte, piccoli impegni mai rispettati e cose quotidiane che non ho proprio voglia di fare.
Non ho espresso buoni propositi.
Non sarei mai riuscito a mantenerli. Non volevo iniziare un nuovo (ed ultimo) anno mentendo a tutti e soprattutto, mentendo a me stesso. Ci son davvero tante cose che non dovrei più fare e che dovrei fare. Magari migliorando le mie usanze, le mie abitudini, i miei schemi comportamentali. Dovrei non essere sempre così come sono.
Dovrei, dovrei... ma poi "dovrei" cosa?
Chi me lo dice?
L'etichetta?
La buona creanza?
Il volersi bene?
I vicini?
L'educazione cattolica?
Il popolo atesino?
Ammetto di soffrire di una lieve forma (strisciante) di insensato senso di colpa cattolico (presumo provenga da lì, dato che in famiglia non c'è riscontro), che un giorno, sarà la causa di ogni mio male (grazie Giesù). Non è grave, è piccino, ma comunque c'è e da un fastidio tremendo. Un po come una spina nel palmo della mano che non riesci a togliere e che speri che il tuo corpo, un giorno o l'altro, espellerà. Poi non capita e rimane dentro e non lo noti più dato che ci hai fatto l'abitudine, ma ogni volta che fai pressione su quel punto, la spina ti punge dall'interno.
Il resto sono baggianate. Il "dovrei" ed il suo cugino, il "dovrei fare", sono fedeli compagni di viaggio per non sentirsi soli al mondo. Senza essi sarei finito.
Ripeto, finito.
Capolinea.
Ho ucciso il "dovrei".
Il "dovrei fare" dice che si vendicherà.
Provo una grande paura.
Che ansia.
In ogni caso oggi sicuramente non ucciderò il "dovrei" e non lo farò per tutto il 2012.
Promesso.
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