Collettiva della rivista Giuda a cura di Francesca Pergreffi e Filippo Bergonzini
Inaugurazione mostra sabato 5 febbraio ore 19 …exhibit soundtrack: Aerogram Live Set
5 febbraio - 27 marzo 2011 presso SPAZIO MEME Via Giordano Bruno 4, Carpi (M)
Orari: tutti i giorni dalle 17 alle 20, sabato anche la mattina dalle 9.30 alle 13, martedì chiuso
Tratte dal secondo numero di Giuda le tavole in mostra tracciano un percorso biografico e sentimentale della Confraternita dei Preraffaelliti, il gruppo di pittori e letterati riunitosi a Londra nel 1848.
Nel racconto corale dal titolo “Un sogno preraffaellita” i disegnatori di Giuda rievocano e
reinterpretano il linguaggio e lo stile dei preraffaelliti come a sottolineare un’affinità di intenti con il gruppo di artisti inglesi del diciannovesimo secolo; così come i Preraffaelliti rifiutavano l’accademismo ottocentesco proponendo una nuova idea dell’arte, così Giuda rifiuta le convenzioni del fumetto abbracciando la via dell’avanguardia e della sperimentazione grafica.
La sfida di Giuda consiste nell’evitare il realismo descrittivo della narrazione a fumetti privilegiando invece una forma di racconto suggestivo che accosta elementi decorativi e figurativi, in cui disegno e parole si fondono in un unico flusso visivo, in cui è comunque riconoscibile lo stile ed il tratto personale di ogni singolo autore.
Gli spettrali ritratti iconici o grottescamente deformati dei preraffaelliti e dei loro miti appaiono e scompaiono dalle tavole – dense di bianchi e neri graffiati e contrastati, di matrice espressionista e dalle linee grafiche essenziali – dando vita a una stratificazione complessa di voci dettate a volte dalla mente dei disegnatori, a volte rubate dalla bocca dei protagonisti.
I seguaci della Confraternita si svelano in una visione onirica rilevandoci ossessioni, passioni,riflessioni artistico-filosofiche intrise di romanticismo e decadentismo.
Per i disegnatori di Giuda il fumetto è la base di partenza da cui esplorare nuovi territori grafici, mischiando differenti tecniche artistiche e trasformando le tavole in immagini leggibili anche singolarmente, affascinanti esperimenti di ricerca sul [di]segno, dove la vignetta si tramuta in quadro ed il racconto diventa poesia visiva.
Nel racconto corale dal titolo “Un sogno preraffaellita” i disegnatori di Giuda rievocano e
reinterpretano il linguaggio e lo stile dei preraffaelliti come a sottolineare un’affinità di intenti con il gruppo di artisti inglesi del diciannovesimo secolo; così come i Preraffaelliti rifiutavano l’accademismo ottocentesco proponendo una nuova idea dell’arte, così Giuda rifiuta le convenzioni del fumetto abbracciando la via dell’avanguardia e della sperimentazione grafica.
La sfida di Giuda consiste nell’evitare il realismo descrittivo della narrazione a fumetti privilegiando invece una forma di racconto suggestivo che accosta elementi decorativi e figurativi, in cui disegno e parole si fondono in un unico flusso visivo, in cui è comunque riconoscibile lo stile ed il tratto personale di ogni singolo autore.
Gli spettrali ritratti iconici o grottescamente deformati dei preraffaelliti e dei loro miti appaiono e scompaiono dalle tavole – dense di bianchi e neri graffiati e contrastati, di matrice espressionista e dalle linee grafiche essenziali – dando vita a una stratificazione complessa di voci dettate a volte dalla mente dei disegnatori, a volte rubate dalla bocca dei protagonisti.
I seguaci della Confraternita si svelano in una visione onirica rilevandoci ossessioni, passioni,riflessioni artistico-filosofiche intrise di romanticismo e decadentismo.
Per i disegnatori di Giuda il fumetto è la base di partenza da cui esplorare nuovi territori grafici, mischiando differenti tecniche artistiche e trasformando le tavole in immagini leggibili anche singolarmente, affascinanti esperimenti di ricerca sul [di]segno, dove la vignetta si tramuta in quadro ed il racconto diventa poesia visiva.
[Filippo Bergonzini e Francesca Pergreffi]
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