Mercoledì scorso era la giornata mondiale dello Storytelling e siccome a Bolzano il discorso "storytelling" viene portato avanti, s'è tenuto un cosiddetto salotto anche nella capitale atesina.
Nonostante la disciplina è nuova (in realtà no, dato che i raccontastorie sono sempre esistiti, soprattutto tra le Alpi) la serata ha avuto una discreta affluenza e ci si è divertiti molto.
I "salotti" funzionano così: di volta in volta viene scelto un tema e su questo tema vengono raccontate delle storie. Nei salotti tutti sono raccontastorie e tutti sono fruitori. Ci si allena a raccontare e a tramandare oralmente storie.
Io bazzico questo mondo da circa 3 anni e siccome comunico con il mezzo visivo, ho dato il mio contributo nella maniera che so fare meglio: disegnando (e analizzando il mezzo nelle lezioni di estetica, postura e intonazione). Di mio non ho mai raccontato, anche se sono stato mille volte sul palco, anche se me la cavo con piccole parti inscenate davanti ad un pubblico.
Però raccontare dinanzi ad un pubblico piccolo, da solo, con una struttura, no... non l'ho mai fatto... fino a mercoledì scorso. Ho perso la mia verginità ed è stato come pensavo che fosse: mica facile e decisamente meno libero della disciplina che solitamente preferisco, cioè quella "a ruota libera". Di mio sono caotico nel raccontare, sembro un fumetto pieno di flashback.
Ho raccontato la storia di Kassian, o almeno ci ho provato. Intanto l'ho raccontata ed ora è lì... in attesa di essere rifinita e strutturata bene. Sono contento di averla raccontata, l'ho fatto per la prima volta. E' una storia che mi tocca da vicino e mi sono emozionato nel raccontarla (cosa che non mi succede mai, io non mi emoziono mai).
La storia di Kassian la terrò li, tra i progetti da fare.
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